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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

STORIA DELLA CONTROCULTURA (TERZA PARTE)

Una generazione di cosmopoliti senza radici La musica degli anni Sessanta fu lo speciale megafono attraverso cui molti dei messaggi e delle tematiche avanzate dai giovani in questo periodo fecero il giro del mondo. E così sulle note delle canzoni dei Beatles, di Bob Dylan e di Joan Baez gran parte dei giovani del pianeta iniziarono a protestare contro la guerra, contro la società dei consumi, contro l’imperialismo, contro il razzismo. Ma la protesta investì anche i partiti, la scuola e la famiglia, considerate strutture autoritarie, obsolete e gerarchiche inadatte a rispondere alle reali esigenze delle nuove generazioni sempre più scolarizzate ed attente a ciò che accadeva intorno a loro. Quindi, nella seconda metà degli anni Sessanta, mentre i giovani americani contestavano la guerra del Vietnam, mentre i Provos olandesi lanciavano la loro campagna contro il fumo, imprimendo una grande “K”, che stava per “kanker”, su tutti i manifesti che pubblicizzavano tabacco, il fenomeno beat fe

VIVA IL PENSIERO SESSISTA

Ho appreso che Fulvio Collovati è stato sospeso per due puntate dalla trasmissione "Quelli che il calcio" per aver detto una frase sessista nei confronti di una giornalista sportiva. Premesso che Collovati non è un campione di simpatia, è comunque un campione del mondo '82. E in quanto ex calciatore cosa ha detto di male, nei confronti di una giornalista sportiva, ma mai tecnica come un ex calciatore, nel dire che rabbrividisce nel sentir parlare di tattiche di calcio, le donne. Considerato che il 99 percento delle donne ammetterà di non capire di calcio, è come sentir parlare in un coiffeur pour dame un gruppo di donne che lamenta la scarsa capacità di un uomo in cucina. O più semplicemente sentir dire ogni domenica su Rai uno alla Litizzetto che gli uomini sono dotati solo di in neurone. È sessista ugualmente. Allora viva il pensiero sessista. ANIMA dei rapporti tra uomini e donne.

OCCORRE UN GENIO

La politica è falsa, opportunista e superficiale. I giornalisti pure. Il popolo fa il tifo. Il nostro tempo è il tempo dell’emozione. All’Italia serve qualcuno a cui potersi affidare, una guida che la faccia uscire dalla depressione, gli faccia ritrovare un afflato lirico, spirituale. Quello che vedo in giro è l’infelicità, il torpore, l’irritazione, l’indisponibilità. La gente è senza luce negli occhi. E il vero nero che minaccia l’Italia non è il fascismo, ma lo stato d’animo cupo. Sopravvive sulla rabbia contro chi c’era prima. Gli intellettuali non prendono iniziativa, quando intervengono, spesso è narcisismo sotto mentite spoglie. E non bisogna demonizzare, urlare a figure come Mussolini. Si regala una dimensione superiore a quella che hanno: non bisogna dimenticare la bruttezza che ha prodotto la classe dirigente: bruttezza etica, estetica, psicologica, spirituale. Ora non hanno più energia, basta guardarli: sono spenti, come la fiamma della candela. Brucia. Poi, all’improvvis

MERCATO E MORALE

La città è il luogo ideale dove, attraverso il confronto, si evidenzia e si accresce il livello della cultura, pertanto capita di sentire su un mezzo pubblico un signore che, leggendo un quotidiano sportivo, esterna spontaneamente contro la nostra società, sottolineando il fatto che non è giusto dare tanti soldi a calciatori e addetti allo sport, quando il tasso di disoccupazione del nostro paese è sempre più alto. Un altro signore ribatte che c’è poco da fare, è la legge di mercato. Il primo signore gli replica che però esiste la morale, facendo in occasione un semplice esempio. Ognuno di noi vive in un contesto, con delle regole morali. Nessuno di noi, di solito, esce nudo di casa. Ecco, di fronte a segnali di crisi, chi percepisce stipendi d’oro, è come se fosse nudo per strada… Sarebbe bello se questo piccolo aneddoto appena letto, lo si leggesse ad alta voce in Parlamento (Già pubblicato in libero pensiero)

TABLET E SCALPELLO

Il periodo attuale è percorso apparentemente da una crisi di tipo economico – politica. Approfondendo la questione viene fuori una caratteristica che evidenzia la crisi, specie da un punto di vista sociale. Tale caratteristica è la paura, condita dall’abitudine di condurre la vita nel modo più facile possibile. Insomma oggi siamo in crisi perché ci manca il coraggio di cambiare. Tutti noi, alla nascita, da bambini, possiamo fare un sacco di cose. Lo dimostra la nostra capacità di imparare qualsiasi lingua. Naturalmente non tutti abbiamo le stesse doti, ma tutti possediamo numerosi talenti. Poi, nel corso della vita, finiamo per svilupparne solo alcuni perché viviamo in un certo ambiente, facciamo un certo tipo di scuola, scegliamo certe mete, abbiamo certi amici, certe abitudini e certi maestri e in questo modo diventiamo incapaci di usare gli altri, o pensiamo di esserne incapaci. Molte persone sono convinte di non poter fare altro che quello che fanno e ritengono di non poter ricom

VISIONARIETA'

In questo mese ho comprato una repubblica. Capriccio costoso che non avrà più continuazioni. Era una voglia che avevo da molto tempo ed ho voluto liberarmene. L’occasione era buona e l’affare è stato concluso in pochi giorni. Il Presidente della Repubblica era con l’acqua alla gola. Le casse della repubblica erano vuote. Imporre nuove tasse sarebbe sato lil segnale del rovesciamento della classe al potere. Forse valeva una rivoluzione. Anticipai alcuni milioni al Presidente e raddoppiai gli stipendi a lui ed ai suoi ministri. Mi hanno dato in pegno le dogane e i monopoli, senza che il popolo ne fosse a conoscenza. In più in gran segreto fu firmato un convenant che mi dava praticamente il controllo su tutta la Repubblica. Benchè io sembri, quando mi reco li, un semplice turista di passaggio, sono di fatto il padrone di tutto. Lo spettacolo per me è abbastanza divertente. Le Camere continuano a legiferare, in apparenza libere. I cittadini continuano ad illudersi che la loro Repubbli

CHE FIGURA DI M...

"Gli elettori venezuelani devono tornare padroni di scegliere chi li rappresenta e governa", dice il ministro degli Esteri. "Il governo italiano considera inaccettabile e condanna ogni tipo di violenza e violazione delle libertà fondamentali e dei diritti umani". E partendo da queste premesse, il giudizio di Palazzo Chigi sul governo venezuelano è chiarissimo: "Il governo italiano ritiene che le elezioni presidenziali dello scorso maggio in Venezuela non attribuiscono legittimità democratica a chi ne è uscito vincitore, cioè Nicolas Maduro". E per questo, Moavero ha affermato che l'esecutivo "chiede al più presto nuove elezioni presidenziali democratiche". Bisogna chiedere scusa, per la figura che ha fatto il nostro Paese in questi giorni, per responsabilità del governo. O meglio, di una parte ideologizzata e retrograda di esso, ma ci arriveremo, il punto non sono le dinamiche della politichetta nostrana. Il punto è scusarsi con voi, donne

UNA DERIVA MUSICALE SENZA PRECEDENTI

Mahmood è il vincitore di Sanremo 2019. Figlio di madre sarda e padre egiziano, Alessandro Mahmoud, com’è noto all’anagrafe, ha incantato l’Ariston con la sua Soldi, una canzone ritmata scritta insieme a Dardust e Charlie Charles. Nato a Milano nel 1992, Mahmood è emerso nel 2012 grazie a X Factor, nel 2016 ha partecipato a Sanremo nella sezione Nuove Proposte classificandosi quarto. Oltre che cantante è anche autore. Ha firmato Nero Bali di Elodie, Hola (I Say) di Marco Mengoni e Tom Walker e Luna, brano in cui duetta con Fabri Fibra. Il ragazzo sembrerebbe non essere proprio uno sprovveduto. Ma dato anche il suo stupore durante la proclamazione, suo malgrado, è eletto ad ultimo baluardo del PD. Sanremo, infatti, resta roccaforte di un establishment, che ha a cuore la cultura dell’accoglienza. Da moltissimi anni, non si può pensare ad una classifica finale determinata da giurie improbabili e da voti da casa nel cuore della notte. Dietro ci sono poteri forti, occulti, dove il meccani

LA GENERAZIONE PERDUTA, MA NON PERDENTE

Una denuncia fatta da una donna in un talk alla radio, asserisce che le coppie attuali sono egoiste e narcisiste. Preferiscono non assumere responsabilità, preferendo allargare la famiglia, con cani e gatti, piuttosto che mettendo al mondo figli. Da quarantenne non è mai facile spiegare come mai i giovani italiani senza diritti, lavoro, opportunità, solidarietà intergenerazionale non abbiano fatto ancora una rivoluzione. La risposta semplicistica che do comunemente è che quelli come me nati negli anni settanta e ottanta hanno scelto due vie: adeguarsi a una società basata sulle raccomandazioni, la precarietà giovanile, il nepotismo, le corporazioni, il familismo amorale oppure andare via. Ho la sensazione che i miei coetanei abbiano ancora poco chiaro che non è normale che i giovani in Italia non abbiano un sussidio di disoccupazione, nessuna garanzia per la pensione, nessuna meritocrazia, nessun supporto all’acquisto della prima casa, nessun assegno familare per sostenere la natal

AMERICANISMI

Gli Stati Uniti hanno confermato il loro ritiro dal trattato contro la proliferazione nucleare. Il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha motivato la decisione con il fatto che «la Russia ha violato per anni senza scrupoli l’accordo e non ha mostrato alcun serio impegno nel volerlo rispettare». E ancora: «Le violazioni della Russia mettono a rischio le vite di milioni di europei e americani» e quindi «dobbiamo reagire a questa minaccia». Poco dopo anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha avallato la decisione: «La Nato sostiene pienamente la sospensione da parte degli Stati Uniti del trattato Inf e la notifica del ritiro - ha dichiarato -La Russia è in grave violazione del trattato Inf e deve sfruttare i prossimi 6 mesi per ritornare alla piena e verificabile conformità o assumersi la sola responsabilità per la sua dismissione». Firmato l’8 dicembre 1987 dall’allora presidente americano Ronald Reagan e dal russo Mikhail Gorbaciov, lo storico trattato antimissili co