Una generazione di cosmopoliti senza radici La musica degli anni Sessanta fu lo speciale megafono attraverso cui molti dei messaggi e delle tematiche avanzate dai giovani in questo periodo fecero il giro del mondo. E così sulle note delle canzoni dei Beatles, di Bob Dylan e di Joan Baez gran parte dei giovani del pianeta iniziarono a protestare contro la guerra, contro la società dei consumi, contro l’imperialismo, contro il razzismo. Ma la protesta investì anche i partiti, la scuola e la famiglia, considerate strutture autoritarie, obsolete e gerarchiche inadatte a rispondere alle reali esigenze delle nuove generazioni sempre più scolarizzate ed attente a ciò che accadeva intorno a loro. Quindi, nella seconda metà degli anni Sessanta, mentre i giovani americani contestavano la guerra del Vietnam, mentre i Provos olandesi lanciavano la loro campagna contro il fumo, imprimendo una grande “K”, che stava per “kanker”, su tutti i manifesti che pubblicizzavano tabacco, il fenomeno beat fe
Per curiosi e ribelli, uomini e donne libere, moderati e rivoluzionari in cerca di idee