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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

FILIPPINO LIPPI, IL CELIBATO E LA DIATRIBA TRA VECCHIACCI

Filippo Lippi, detto Filippino Lippi per distinguerlo dal padre (Prato, 1457 – Firenze, 1504), è stato un pittore italiano. Così inizia una qualunque biografia su questo famoso pittore, allievo prediletto di Sandro Botticelli. Le origini di Filippino Lippi sono alquanto singolari, figlio del frate carmelitano Filippo Lippi e della monaca Lucrezia Buti. Come racconta il Vasari i due si erano conosciuti a Prato quando Lippi padre, occupato negli affreschi del Duomo, era diventato cappellano nel monastero di Lucrezia. Un giorno chiese alla madre badessa di poter ritrarre la giovane monaca in una pala della Madonna col Bambino e, ottenuto il permesso dopo qualche esitazione, dovette scoccare tra i due una scintilla, tanto che in occasione della processione della Sacra Cintola Filippo rapì la modella, con grande scandalo. Filippino nacque nel 1457, prima che i due si sposassero. Per riparare al fattaccio Cosimo de' Medici intercesse presso papa Pio II perché i due ottenessero una disp

IL CHE GUEVARA DIMENTICATO

Jan Palach, martire per la libertà, è l’unico sessantottino che pagò la Contestazione con la vita. Il 16 gennaio del 1969, Jan si dette fuoco in Piazza Venceslao davanti ai carri armati sovietici che avevano invaso la Cecoslovacchia. A differenza del Che, non esistono in giro magliette che ricordino il volto e il gesto di Jan Palach, non ci sono santini né agiografie. Alle spalle di Jan Palach non c’è la fabbrica internazionale degli idoli, ma solo la memoria stinta, solitaria e sommersa di pochi ragazzi del suo tempo. La sua disperata speranza ebbe un effetto dirompente. Per la prima volta 600mila persone si dettero appuntamento a Praga per rendere omaggio a quel ragazzo. Ci andarono anche dall’Italia molti giovani Una pagina indimenticabile ma dimenticata. Tutto rimosso, come il comunismo. Tutti inneggiano alla libera circolazione dei capitali e dei turisti a Praga ed esaltano l’allargamento dell’Europa a est. Dimenticano che alle origini d’entrambi i fatti c’è il tragico gesto di

CAPODANNO, SACRALITA' DEL TEMPO

Non c’è festa più universale del Capodanno. In tutto il Mondo si festeggia il primo giorno dell’anno. E’ l’unico momento in cui si dilata il tempo. Un solo secondo, l’ingresso del nuovo anno, dura 24 ore. Ma il Capodanno è universale perché non esiste solo quello occidentale, ma ci sono altri che non hanno minor importanza del nostro. Come quello cinese, quello ebraico, quello persiano ed un'altra miriade di festeggiamenti di inizio anno, distribuiti nell’arco solare, quasi da poter dire che ogni giorno da qualche parte nel mondo è Capodanno. E’ universale perché sin dall’antichità, si è sempre festeggiato l’inizio del ciclo del tempo, sacralizzando momenti importanti oppure i cambi di stagione. Quel singolo istante è universale perché segna per l’uomo, un prima ed un poi, un passo in avanti ed è già storia. Il Capodanno, però, se è vero che è una convenzione culturale, scientificamente esiste davvero. Non bisogna dimenticare che la Terra per compiere un giro intero intorno al