In questo mese ho comprato una repubblica. Capriccio costoso che non avrà più continuazioni. Era una voglia che avevo da molto tempo ed ho voluto liberarmene.
L’occasione era buona e l’affare è stato concluso in pochi giorni. Il Presidente della Repubblica era con l’acqua alla gola. Le casse della repubblica erano vuote. Imporre nuove tasse sarebbe sato lil segnale del rovesciamento della classe al potere. Forse valeva una rivoluzione.
Anticipai alcuni milioni al Presidente e raddoppiai gli stipendi a lui ed ai suoi ministri. Mi hanno dato in pegno le dogane e i monopoli, senza che il popolo ne fosse a conoscenza. In più in gran segreto fu firmato un convenant che mi dava praticamente il controllo su tutta la Repubblica. Benchè io sembri, quando mi reco li, un semplice turista di passaggio, sono di fatto il padrone di tutto.
Lo spettacolo per me è abbastanza divertente. Le Camere continuano a legiferare, in apparenza libere. I cittadini continuano ad illudersi che la loro Repubblica sia indipendente ed autonoma. Non sanno che tutto dipende da me.
Domani posso decidere di cambiare il Presidente, o di cambiare la linea di Governo, e non mi sarebbe difficile spingere il Paese a dichiarare guerra ad una Repubblica confinante.
Io non sono che il Re di una Repubblica in dissesto, ma la facilità con cui son giunto ad impadronirmene ed il conseguente segreto mantenuto dalla classe dirigente, mi fa pensare come altre nazioni, assai più grandi di quella di cui son padrone, vivano senza accorgersene una situazione di dipendenza assai simile. Magari, invece di un sol padrone, sarà un trust, un sindacato d’affari, un gruppo ristretto di capitalisti o addirittura di banche, a manovrare i fili occultamente.
Estratto dal libro GOG di Giovanni Papini (Anno pubblicazione 1930)
Il livello di strumentalizzazione politica della sinistra italiana ha raggiunto picchi verso il basso così talmente gravi da fare indurre a una riflessione sul livello di ignoranza giovanile, intesa come disinformazione storica, nei confronti della Politica internazionale. Premettendo che ognuno è libero di pensare e manifestare per qualunque causa si ritenga giusta, occorre avere sott’occhio due cenni storici dell’origine della terra contesa sin dalla notte dei tempi. Una interessante spiegazione sulla città di Gaza della Prof.ssa Daniela Santus, docente del dipartimento di letteratura e lingue straniere e Cultura Moderna, dell’Università di Torino, afferma che Gaza non nasce come città palestinese o islamica. Da un punto di vista storico sappiamo che il Faraone Thutmose III, alla guida delle sue truppe, nel 1457 a.C., proprio a Gaza, sceglie di celebrare il ventitreesimo anniversario della sua ascesa al trono. L’islam nascerà quasi 2100 anni dopo che Gaza aveva ospitato i festeggi
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