La politica è falsa, opportunista e superficiale. I giornalisti pure. Il popolo fa il tifo. Il nostro tempo è il tempo dell’emozione. All’Italia serve qualcuno a cui potersi affidare, una guida che la faccia uscire dalla depressione, gli faccia ritrovare un afflato lirico, spirituale. Quello che vedo in giro è l’infelicità, il torpore, l’irritazione, l’indisponibilità. La gente è senza luce negli occhi. E il vero nero che minaccia l’Italia non è il fascismo, ma lo stato d’animo cupo. Sopravvive sulla rabbia contro chi c’era prima. Gli intellettuali non prendono iniziativa, quando intervengono, spesso è narcisismo sotto mentite spoglie. E non bisogna demonizzare, urlare a figure come Mussolini. Si regala una dimensione superiore a quella che hanno: non bisogna dimenticare la bruttezza che ha prodotto la classe dirigente: bruttezza etica, estetica, psicologica, spirituale. Ora non hanno più energia, basta guardarli: sono spenti, come la fiamma della candela. Brucia. Poi, all’improvviso, si spegne.
Probabilmente non ricorderemo tanto, nella storia, gli uomini piatti degli ultimi decenni. Ma ci sono uomini la cui realtà è talmente diversa da quella percepita dalla “massa” da esser definiti folli. E molti di questi “folli”, di questi uomini che vivono la loro realtà, sono uomini che noi oggi studiamo sui libri di storia, di arte, di letteratura, di medicina, come “geni”. Perché esiste un limite, un confine sottile e a volte invisibile tra genialità e follia, e i geni sono coloro che vivono proprio su quel confine, facendo della loro pazzia la loro forza.
il genio è qualcosa che va oltre la realtà, e solo un folle, che vive una realtà distante, diversa da quella comune, è in grado di percepire quel particolare necessario a risolvere problemi impossibili, a creare opere incredibili, sfruttando una sensibilità superiore, un percezione del mondo diversa. Aristotele disse che “Non esiste grande genio senza una dose di follia.”. Perché la follia, forse, può essere anche un dono.
A cinquecento anni da Leonardo occorre un altro genio.
PRIMA PARTE pubblicata qui il 03/11/2019 I mali della cultura. L’interesse e le lobby? Come ho scritto più o meno all’inizio di questo scritto, il maggior nemico della cultura è l’interesse. Come penso, di aver dimostrato fin qui, la controcultura, sottoforma di protesta, si è manifestata nel novecento, contro le più svariate forme di potere. Ma il potere è caratterizzato da una serie innumerevole di poteri, da cui dipendono le influenze in società delle lobby. Potere e Lobby Gay Il potere per salvaguardare lo status quo e conservarsi ha l’obbligo di mistificare la realtà, creare disordine, sradicare l’uomo dalla società, manipolare l’informazione, ma soprattutto limitare il pensiero dell’opinione pubblica attraverso un linguaggio fondato sul dualismo politico, morale ed estetico. Amico/nemico, destra/sinistra, bene/male, bello/brutto, buono/cattivo. Come se tutto potesse essere etichettato e messo in un catalogo, il quale in fin dei conti altro non è che il “pensiero unico”, la “
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