La politica è falsa, opportunista e superficiale. I giornalisti pure. Il popolo fa il tifo. Il nostro tempo è il tempo dell’emozione. All’Italia serve qualcuno a cui potersi affidare, una guida che la faccia uscire dalla depressione, gli faccia ritrovare un afflato lirico, spirituale. Quello che vedo in giro è l’infelicità, il torpore, l’irritazione, l’indisponibilità. La gente è senza luce negli occhi. E il vero nero che minaccia l’Italia non è il fascismo, ma lo stato d’animo cupo. Sopravvive sulla rabbia contro chi c’era prima. Gli intellettuali non prendono iniziativa, quando intervengono, spesso è narcisismo sotto mentite spoglie. E non bisogna demonizzare, urlare a figure come Mussolini. Si regala una dimensione superiore a quella che hanno: non bisogna dimenticare la bruttezza che ha prodotto la classe dirigente: bruttezza etica, estetica, psicologica, spirituale. Ora non hanno più energia, basta guardarli: sono spenti, come la fiamma della candela. Brucia. Poi, all’improvviso, si spegne.
Probabilmente non ricorderemo tanto, nella storia, gli uomini piatti degli ultimi decenni. Ma ci sono uomini la cui realtà è talmente diversa da quella percepita dalla “massa” da esser definiti folli. E molti di questi “folli”, di questi uomini che vivono la loro realtà, sono uomini che noi oggi studiamo sui libri di storia, di arte, di letteratura, di medicina, come “geni”. Perché esiste un limite, un confine sottile e a volte invisibile tra genialità e follia, e i geni sono coloro che vivono proprio su quel confine, facendo della loro pazzia la loro forza.
il genio è qualcosa che va oltre la realtà, e solo un folle, che vive una realtà distante, diversa da quella comune, è in grado di percepire quel particolare necessario a risolvere problemi impossibili, a creare opere incredibili, sfruttando una sensibilità superiore, un percezione del mondo diversa. Aristotele disse che “Non esiste grande genio senza una dose di follia.”. Perché la follia, forse, può essere anche un dono.
A cinquecento anni da Leonardo occorre un altro genio.
“La luce ha vinto e tutti i progressi del male del Mondo mai potranno cambiare il corso delle cose. Il solstizio d’inverno, il sole di natale, la luce invitta, aprono una speranza per gli uomini affranti da paura, timori e futuro incerto”. Sono parole di riflessione di Joseph Ratzinger espresse agli inizi degli anni sessanta, all’epoca poco più che trentenne. Per molti sono parole profetiche, in realtà si possono ritenere “da copione” per il finale di un film sulla pandemia attuale. Ammesso che si possa intravedere un finale alla situazione. Arriva il nuovo Messia, nei giorni in cui ricorre la nascita dell’ultimo messia mostratosi sulla terra, ma questa volta appare a noi, non più come uomo, ma in forma liquida. Esattamente come la società attuale, intesa da Zygmunt Bauman. Il progetto è lo stesso, duemila anni fa si diffondeva la parola di Cristo. Oggi si diffonde il vaccino della Pfizer, santificato dai media come soluzione salvifica, potrebbe però rivelarsi soluzione fisiologi
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