Fino agli anni ’70, l’Islam in Africa sub-sahariana non ha quasi mai costituito un tema di interesse scientifico né per gli africanisti né per gli islamisti. I primi, infatti, hanno preferito per lungo tempo occuparsi di quelle ideologie, come il marxismo, il panafricanismo, l’anticolonialismo, che erano state fatte proprie dalle élite africane nella fase di lotta per l’indipendenza e nel processo di decolonizzazione e formazione degli stati nazionali. l’Islam, a questo stadio, sembrava configurarsi come un retaggio arcaico e anacronistico, un tema marginale che poteva essere tranquillamente trascurato. Gli islamisti, dal canto loro, hanno sempre preferito volgere lo sguardo alle aree centrali e nevralgiche dell’Islam (il Medio Oriente), vedendo nell’Islam “nero” un Islam marginale, rozzo,sincretico e quindi corrotto, impuro, “deformato”. A partire dagli anni ’70 il “mondo misconosciuto” dell’Islam africano ha cominciato, però, ad emergere grazie ad una serie di studiosi che hanno i
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