Passa ai contenuti principali

CHE FIGURA DI M...

"Gli elettori venezuelani devono tornare padroni di scegliere chi li rappresenta e governa", dice il ministro degli Esteri. "Il governo italiano considera inaccettabile e condanna ogni tipo di violenza e violazione delle libertà fondamentali e dei diritti umani". E partendo da queste premesse, il giudizio di Palazzo Chigi sul governo venezuelano è chiarissimo: "Il governo italiano ritiene che le elezioni presidenziali dello scorso maggio in Venezuela non attribuiscono legittimità democratica a chi ne è uscito vincitore, cioè Nicolas Maduro". E per questo, Moavero ha affermato che l'esecutivo "chiede al più presto nuove elezioni presidenziali democratiche". Bisogna chiedere scusa, per la figura che ha fatto il nostro Paese in questi giorni, per responsabilità del governo. O meglio, di una parte ideologizzata e retrograda di esso, ma ci arriveremo, il punto non sono le dinamiche della politichetta nostrana. Il punto è scusarsi con voi, donne e uomini del Venezuela, per la commedia all’italiana che abbiamo imbastito nel bezzo mezzo dei marosi della tragedia. La tragedia anzitutto vostra, quella di un popolo affamato, battuto, disperato. La maggior parte di voi sopravvive sotto la soglia di povertà, nonostante il vostro Paese possegga più riserve petrolifere dell’Arabia Saudita. Il colpevole è chiaro, quel rifiuto della storia chiamato socialismo reale che ogni tanto riemerge dai tombini del Novecento, col suo inevitabile copione di miseria, morte e dittatura. Per i non allineati, medesimo copione: “scosse elettriche, percosse con tubi, sospensione per le braccia, un sistema di catene e manette chiamato polpo che immobilizza braccia e gambe, generando contusioni”, come ha raccontato recentemente il sopravvissuto Lorent Saleh in visita in Italia. Tutte le nazioni europee hanno annunciato di riconoscere ufficialmente Juan Guaidò come presidente ad interim del Venezuela, quale premessa indispensabile per convocare libere elezioni e farla finita con lo spettro della tirannia rossa, il solito vecchio spettro che s’aggira per il Sudamerica. Regno Unito, Francia, Spagna, Germania, Austria, Svezia, Olanda, Polonia, si schierano tutte al fianco di Guaidò, che poi vuol dire al fianco della vostra gente, che fruga nei bidoni dell’immondizia per reperire qualcosa che ricordi vagamente il cibo e che impegna lo stipendio di mesi per procurarsi della rarissima e preziosa aspirina, al vostro fianco. Governi idealmente diversi e spesso antitetici, c’è la Merkel ma c’è anche il sovranismo dichiarato di Austria e Polonia, L’Italia, no. L’Italia che già mise il veto a una presa di posizione comune dell’Unione Europea contro Maduro, unico Paese tra i 28, perfino il socialistissimo e sinistrissimo Tsipras aveva trovato la forza morale elementare di stare con la libertà. Per questo, l’Italia si è anche aggiudicata il ringraziamento di quel Maduro imbolsito e strascicante che ci arruola tra i suoi sostenitori insieme al persecutore islamista Erdogan, ai funzionari del Partito Comunista Cinese e al Putin interessato perché creditore del regime è un’onta ridicola, non riusciamo ad essere grandi nemmeno negli errori. Scusateci, uomini e donne del Venezuela, perché uno dei leader del principale partito di governo, l’ex animatore di villaggi turistici Alessandro Di Battista, vaneggia che “ci vuole coraggio a mantenere una posizione neutrale in questo momento”. Neutrali, tra chi spara sulla folla e la folla stessa che invoca il pane. Tra l’incubo socialista e il sogno del benessere. Tra la civiltà e la barbarie. Ma qui stiamo facendo un torto a voi, un torto dannatamente concreto e carnale, a voi uomini e donne del Venezuela che sputate sangue e rischiate le pallottole di Maduro per un futuro diverso da quello che racimolate oggi nella spazzatura. Per questo da italiano vi chiedo scusa, e vi supplico di credere che il popolo italiano sa essere migliore di chi lo governa. Bisogna chiedere scusa anche e soprattutto alla numerossissima colonia italiana presente nel paese sudamericano, che soffre assieme al popolo venezuelano. E l’Italia, non ha pesato di scendere al fianco dei suoi connazionali, sin da subito, per via di questi politicanti inetti ed ignoranti che ci governano.

Commenti

Post popolari in questo blog

CULTURA ED ATTUALITA' 2a PARTE

PRIMA PARTE pubblicata qui il 03/11/2019 I mali della cultura. L’interesse e le lobby? Come ho scritto più o meno all’inizio di questo scritto, il maggior nemico della cultura è l’interesse. Come penso, di aver dimostrato fin qui, la controcultura, sottoforma di protesta, si è manifestata nel novecento, contro le più svariate forme di potere. Ma il potere è caratterizzato da una serie innumerevole di poteri, da cui dipendono le influenze in società delle lobby. Potere e Lobby Gay Il potere per salvaguardare lo status quo e conservarsi ha l’obbligo di mistificare la realtà, creare disordine, sradicare l’uomo dalla società, manipolare l’informazione, ma soprattutto limitare il pensiero dell’opinione pubblica attraverso un linguaggio fondato sul dualismo politico, morale ed estetico. Amico/nemico, destra/sinistra, bene/male, bello/brutto, buono/cattivo. Come se tutto potesse essere etichettato e messo in un catalogo, il quale in fin dei conti altro non è che il “pensiero unico”, la “

CONTRO IL DIRIGISMO TRANSUMANISTA

 L’Unione Europea, a partire dalla crisi economica globale del 2008 ha sempre fatto il possibile per farsi detestare, in Italia e in moltissime altre nazioni del continente. Occorre dire che la gestione di diverse rispettive classi dirigenti nazionali, fra incolmabili debiti pubblici e una crescita economica pari a zero, ha permesso all’Ue di manifestarsi più come una matrigna che mal sopporta i propri figliastri che come una mamma, magari severa quando serve, ma giusta nei confronti di tutti i suoi figli. Non a caso, sono poi cresciuti partiti e movimenti euroscettici in più Paesi europei, la Brexit è divenuta realtà e tutt’oggi alcuni governi nazionali, come quello ungherese e quello polacco, sono spesso in contrasto con le Istituzioni comunitarie. Del resto, Bruxelles, si direbbe, andrebbe ringraziata, con tanto di servile inchino, per i soldi del Pnrr. Intanto, è bene ricordare come il denaro del Recovery Fund non rappresenta affatto un regalo compassionevole, essendo composto, in

LA CONTROPRODUCENTE GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

  E' sempre con profonda amarezza che osservo la celebrazione di giornate come questa, accanto a tutto il carico di ipocrisia politicamente corretta che ci viene propagandata mediaticamente, tra chi si tinge il viso di rosso, cariche istituzionali che si prestano a questo giochino, dichiarazioni banali e scontate e via dolcificando l'opinione pubblica. Nel momento in cui una donna accetta di celebrare una giornata mondiale dedicata alla violenza sulle donne, crea la stessa categorizzazione di cui poi sarà vittima perchè è evidente che se si condanna la violenza soltanto verso un genere, si sta implicitamente affermando che l'altro genere non merita tutele, ottenendo come unico risultato di scatenare un focolaio di maschilismo reattivo antifemminista. Ed è attraverso la strumentalizzazione di tragedie che vedono vittima una donna e di cui è colpevole un uomo non in quanto maschio ma in quanto persona prepotente - e la prepotenza non è una caratteristica di genere ma di speci