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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

UN BUON INIZIO? LA RIFORMA ELETTORALE

Dopo l'elezione, n el nostro paese, si potrebbe auspicare una stagione di riforme. per cui la questione della  legge elettorale  deve essere al centro del dialogo politico. Nessun partito sembra mai davvero soddisfatto di quella in vigore, ma difficilmente arriva un accordo sulla successiva.  Il risultato è un dibattito spesso infruttuoso e subordinato agli affari correnti, che si può  molto vagamente collegare  alle due coalizioni più importanti del quadro: il centrodestra più attratto dal maggioritario, il centrosinistra dal proporzionale.  Se a questo aggiungiamo il difficile rapporto delle iniziative politiche con la corte costituzionale, culminato con due interventi durissimi di quest’ultima su  Italicum e Porcellum , non dovrebbe sorprenderci che non si sia ancora trovata una soluzione.  Ma quali sono i punti del dibattito?  In principio, la questione è piuttosto intuitiva. Il sistema proporzionale, ovvero un sistema che trasforma i voti ottenuti in una data circoscrizione in

I GRANDI DELLA TERRA RISPETTO ALLA GUERRA

  Mentre la guerra in Ucraina continua senza che si vedano spiragli di “cessate il fuoco”, nel Mar della Cina non si parla più della tensione tra Pechino e Taiwan che pure resta molto alta. Anche Kissinger, che di crisi internazionali se ne intende, preannuncia un possibile, prossimo conflitto armato. Un’altra guerra sembra avvicinarsi. Di dimensioni anche più importanti, ma neanche una possibile catastrofe planetaria riesce a smuovere i cosiddetti “grandi della Terra” verso una necessaria coesistenza pacifica. Ormai, l’opzione armata viene accettata come una cosa possibile, addirittura necessaria. Lo stiamo vedendo anche qui da noi in Italia, dove chiunque si dichiara contrario all’uso delle armi viene immediatamente accusato di «connivenza con il nemico». Possibile che i “patrioti” di qualunque latitudine che inneggiano alla guerra, purché non tocchi a loro andarla a combattere, non si rendano conto che se si dovesse arrivare a varcare la soglia di ciò che “non dovrebbe mai succedere

ANALISI DI UN VOTO DI DISPERAZIONE

Il voto espresso è chiaro. Seppur lo ritengo, nella stragrande maggioranza di chi ha votato, un voto di disperazione. Un paese in preda all'odio "fascista" degli antifascisti (Il fascismo eterno di Umberto Eco). Proveniente da troppo Stato, la parte che ha votato Meloni, perché la vittoria è solo sua, della sua persona, ha espresso in una domenica l'oppressione di chi ha scritto nel suo libro, che le restrizioni servono a cambiare il paese, facendo passare in secondo piano la crisi pandemica. Crisi pandemica che ha messo in ginocchio la spina dorsale dell'economia del paese. Aggravata poi dalla guerra e dalla speculazione economica della crisi energetica. Basti pensare agli extra guadagni di Eni nell'ultimo semestre.  Il voto si rispetta. Pertanto non è gradevole sentire oggi le dichiarazioni della premier di un altro paese che afferma di vigilare in tema di diritti civili. Sarebbe opportuno fare sapere a "codesta signora" l'accezione toscana e&#

BUON SENSO E BUON VOTO

  Questa campagna elettorale non solo è stata pessima nei contenuti e deprimente nella modalità, ma anche molto noiosa per via di pronostici che ne hanno reso prevedibile l’esito, come un libro giallo che svela il nome dell’assassino già alla prima pagina. Però si è sempre avuta l’impressione, che invece il libro della politica italiana sia pronto a riservarci molte sorprese. Che usciranno direttamente dalle urne, ma anche e soprattutto da quel che accadrà subito dopo. E provare ad ipotizzarle ed a schematizzarle. Da quando nei giorni scorsi è scattata la regola che vieta la pubblicazione di sondaggi nelle ultime due settimane prima del voto, è cominciata a circolare sotto traccia una quantità industriale di ricerche demoscopiche, vere e tarocche, attendibili e fasulle. Il fatto che i numeri riportati per ciascun partito siano significativamente diversi l’uno dall’altro, ben oltre la classica forchetta di quattro punti, la dice lunga sulla capacità divinatoria dei sondaggi. D’altra p

ELEZIONI, PREVISIONI, PROPAGANDA E PACE

Questa campagna elettorale, condizionata anche dai sondaggi, fin dall’inizio ha indicato il vincitore del 25 settembre: il centro-destra. Troppo grande il vantaggio del trio Berlusconi-Meloni-Salvini (con Lupi del tutto marginale) per poter seriamente parlare di competizione elettorale. Ed infatti questa campagna elettorale, almeno fino ad oggi, non è stata per nulla seria, veicolando una gran quantità di mezze verità, presentandoci una realtà diversa da quella che effettivamente è, proponendo (imponendo) una determinata visione dei fatti, peraltro condivisa da quasi tutti i partiti tradizionali. Alcuni esempi. Mario Draghi è stato esaltato sia come uomo che per le sue azioni di governo. Raramente nella mia vita ho assistito ad una tale convergenza di consenso su una sola persona. Eppure sul suo operato ci sarebbe tanto da dire, ed anche sulle sue parole pronunciate al Meeting di Comunione e liberazione, dove in buona sostanza ha affermato che è inutile votare, tanto chiunque vincerà d

DALL'EMANCIPAZIONE SIOVIETCA AL NUOVO IMPERO

  È difficile non interpretare l’attività dell’ultimo presidente dell’Unione Sovietica alla luce di ciò che è diventata oggi la Russia e soprattutto della guerra che Mosca conduce in Ucraina ormai da sei mesi. Al potere dal 1985 fino alla fine dell’Urss nel 1991, Michail Gorbačëv non ne desiderava la scomparsa. Voleva solo umanizzarla e modernizzarla nel tentativo di salvarla. I suoi due progetti principali, la glasnost e la perestrojka, incentrati sulle libertà e sulla trasformazione economica, puntavano a far emergere un’Urss senza totalitarismo. Ma si trattava di un piano utopico. La scommessa è stata persa, per riprendere il titolo di un libro dell’ultimo portavoce di Gorbačëv, Andreij Graciev. Alla fine l’Unione Sovietica è implosa, un evento storico accolto dagli occidentali e dai popoli europei come un miracolo inatteso e portatore di un’epoca di democrazia. Eppure oggi molti esponenti dell’homo sovieticus, gli uomini e le donne forgiati da decenni di comunismo, condividono