Mentre la guerra in Ucraina continua senza che si vedano spiragli di “cessate il fuoco”, nel Mar della Cina non si parla più della tensione tra Pechino e Taiwan che pure resta molto alta. Anche Kissinger, che di crisi internazionali se ne intende, preannuncia un possibile, prossimo conflitto armato. Un’altra guerra sembra avvicinarsi. Di dimensioni anche più importanti, ma neanche una possibile catastrofe planetaria riesce a smuovere i cosiddetti “grandi della Terra” verso una necessaria coesistenza pacifica. Ormai, l’opzione armata viene accettata come una cosa possibile, addirittura necessaria. Lo stiamo vedendo anche qui da noi in Italia, dove chiunque si dichiara contrario all’uso delle armi viene immediatamente accusato di «connivenza con il nemico». Possibile che i “patrioti” di qualunque latitudine che inneggiano alla guerra, purché non tocchi a loro andarla a combattere, non si rendano conto che se si dovesse arrivare a varcare la soglia di ciò che “non dovrebbe mai succedere”, anche per loro non ci sarebbe scampo?
Il livello di strumentalizzazione politica della sinistra italiana ha raggiunto picchi verso il basso così talmente gravi da fare indurre a una riflessione sul livello di ignoranza giovanile, intesa come disinformazione storica, nei confronti della Politica internazionale. Premettendo che ognuno è libero di pensare e manifestare per qualunque causa si ritenga giusta, occorre avere sott’occhio due cenni storici dell’origine della terra contesa sin dalla notte dei tempi. Una interessante spiegazione sulla città di Gaza della Prof.ssa Daniela Santus, docente del dipartimento di letteratura e lingue straniere e Cultura Moderna, dell’Università di Torino, afferma che Gaza non nasce come città palestinese o islamica. Da un punto di vista storico sappiamo che il Faraone Thutmose III, alla guida delle sue truppe, nel 1457 a.C., proprio a Gaza, sceglie di celebrare il ventitreesimo anniversario della sua ascesa al trono. L’islam nascerà quasi 2100 anni dopo che Gaza aveva ospitato i festeggi
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