Meno Remigi ha fatto scivolare le mani sul fondoschiena di Jessica Morlacchi, voce dei Gazzosa, immagine ripresa in diretta tv.
Le telecamere hanno stretto sul mezzo busto della conduttrice mentre sullo sfondo si intravedevano Memo Remigi e Jessica Morlacchi. All’occhio attento dei telespettatori non è sfuggita la mano del cantautore 88enne, che dal fianco della Morlacchi è scivolata sul fondoschiena di quest’ultima, che lo ha bloccato dandogli uno schiaffetto sulla mano e rimettendogliela a posto.
Ottantotto anni per provare l'ebrezza di sentire ancora sensazioni pressoché ricordate nei tempi andati. Quando una palpatina era la conditio sine qua non, per andare avanti nell'approccio con una ragazza. Capire insomma se ci stava. Che non vuol dire necessariamente che la dava, era invece il modo di capire se potesse nascere il presupposto per poterle dire finalmente "ti vuoi mettere con me?"
Ora è chiaro che l'intento se mai ci fosse stato, del "giovane attempato" cantante, coi suoi capelli tinti nel modo giusto ed il savoir faire al piano forte, sarebbe stato un altro, diciamo "egoistico". La prova provata della insostenibile leggerezza del membro. Senza ricorso ad artefizio, quella pillola blu, che evidentemente Memo rifiuta di prendere.
Un tempo, una palpatina, non solo in rapporto uomo-donna, anche viceversa, era da considerarsi l'apertura verso l'altro. Poteva scattare il sorriso della complicità, oppure uno schiaffone e tutto finiva li. Oggi si alza un polverone mediatico, alla ricerca di un quarto d'ora di notorietà. E diciamola, di caccia agli ascolti, di programmi trasmessi in una televisione che somiglia sempre più ad un'orgia di canali. Dove la scelta è vasta, per cui la visibilità è ristretta.
Solo qualche anno fa, un noto programma Rai, ripreso da altre trasmissioni che facevano notare momenti imbarazzanti tra Massimo Giletti e Stefania Orlando, passava la sua quotidianità senza che si prendessero provvedimenti verso il suo conduttore.
Oggi il potere del politicamente corretto, misto alla prorompenza del femminismo estremo porta alla gogna mediatica di un "povero vecchio cantautore pensionato"
L’Unione Europea, a partire dalla crisi economica globale del 2008 ha sempre fatto il possibile per farsi detestare, in Italia e in moltissime altre nazioni del continente. Occorre dire che la gestione di diverse rispettive classi dirigenti nazionali, fra incolmabili debiti pubblici e una crescita economica pari a zero, ha permesso all’Ue di manifestarsi più come una matrigna che mal sopporta i propri figliastri che come una mamma, magari severa quando serve, ma giusta nei confronti di tutti i suoi figli. Non a caso, sono poi cresciuti partiti e movimenti euroscettici in più Paesi europei, la Brexit è divenuta realtà e tutt’oggi alcuni governi nazionali, come quello ungherese e quello polacco, sono spesso in contrasto con le Istituzioni comunitarie. Del resto, Bruxelles, si direbbe, andrebbe ringraziata, con tanto di servile inchino, per i soldi del Pnrr. Intanto, è bene ricordare come il denaro del Recovery Fund non rappresenta affatto un regalo compassionevole, essendo composto, in
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