Ma davvero nel 2022 ci tocca ancora sentir parlare di "nazifascismo"?
Una categoria puramente propagandistica, priva di significative valenze storiche e demenziale quant'altre mai dal punto di vista politico?
Ma allora De Felice tutte quelle migliaia di pagine le ha scritte solo per suo personale diletto?
Ma perché, almeno ogni tanto, prima di parlare non vi leggete un libro? E dopo averlo letto fare un' analisi storica senza pregiudizio? La retorica di questi mesi sulla questione 25 Aprile ( In alcuni comuni è festa patronale e si festeggia San Marco, e, soprattutto i radioamatori festeggiano il compleanno di Guglielmo Marconi) o fascismo va fatto un salto nel futuro. Antifascisti che usano modi fascisti ( scrivere sul muro uccidere un fascista non è reato) , Propaganda mediatica contro un governo non ancora nato, scenari catastrofici e compagnia bella. Poi prende la parola il PD e in TV il confronto con i lavoratori pare un dibattito surreale. Il PD che vaneggia e racconta utopia mentre gli operai confessano di votare a destra e mandano in tilt i media, la Gruber, Formigli, la Merlino e così via e allora cambiano strategia: invitano fior fiore di comunisti e questi a dispetto del politically correct si schierano con Putin. E le facce sgomente. Ed allora mi viene da chiedermi: ma quando TILGHER, RAUTI, NICCOLAI , Berlinguer, Cossutta, Ingrao si incrociavano idealmente su tematiche sociali e anti colonialiste ( il male americano) gli Scanzi, i Travaglio dove stavano? E possibile che la Concita non ricordi nulla di queste convergenze parallele? Eppure oggi Rizzo e il suo ROSSOBRUNISMO , come anche Minniti, cercano di spiegare queste convergenze. Ma quelli hanno orecchie per sentire solo l' aggettivo FASCISTI. (Janus)
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