Bisogna "evitare ogni spostamento" ed "è vietata ogni forma di assembramento" anche all'aperto. Con queste due norme l'Italia è entrata in guerra. Ci è entrata ricoprendo il ruolo della fanteria, in un battaglione chiamato Occidente, che ci espone a formare le prime linee. Siamo impegnati in un campo di battaglia, dove il nemico, non si vede, è invisibile, non si percepisce. All’inizio lo si considerava lontano. Qualche settimana fa ce lo siamo ritrovati dietro la porta di casa. Allora sono finite le divisioni. Miracolosamente non si è più scritto dietro la porta di nessuno. E’ scomparsa la contrapposizione destra e sinistra. Sono scomparse Sardine, Tonni e politici più in evidenza. E’ scomparso pure il ministro degli Esteri. Ci si è concentrati nel contrastare questo essere subdolo che ha cominciato a colpire noi. Uno alla volta. Ci si è lanciato contro, colpendo al cuore. Mettendo in ginocchio i più deboli, sia fisicamente che economicamente. Colpisce a casaccio, dove può attacca, anzi attecchisce. Subiamo inesorabilmente la sua avanzata, la sua venuta dall’ignoto.
Ormai le perdite, le contiamo ogni giorno, verso le 18,00, quando si dirama un bollettino. Adesso però il nemico muta, non attacca solo i fanti, ma procede aprendo brecce in ogni parte del battaglione. Devasta la quotidianità. Si è costretti a cambiare abitudini.
L’Occidente, scoppia di salute e di successo, però invecchia e declina. Il livello di benessere è cresciuto, nonostante le crisi economiche e politiche, ma la denatalità è paurosa. La nostra agiatezza che volge in stagnazione, ripiega nella solitudine, vive la fine di ogni dimensione storica di civiltà. La cultura collassa, assieme alla perdita della tradizione e della memoria storica, avviene il trionfo della mediocrità di massa. La società occidentale, si fonda sul progresso verso l’infinito, ma Il progresso infinito ci fa scoprire inquietudine e angoscia, ripiega in se stesso per proteggersi dalla velocità dell’ignoto e produce stagnazione. Ecco la decadenza. Ecco il virus.
Annaspiamo cercando di contenere le perdite. Nell’attesa di guadagnare terreno viviamo il momento stagnante da solitari, chiusi in casa, in quarantena, cercando i modi per riprendere successo e longevità.
Il livello di strumentalizzazione politica della sinistra italiana ha raggiunto picchi verso il basso così talmente gravi da fare indurre a una riflessione sul livello di ignoranza giovanile, intesa come disinformazione storica, nei confronti della Politica internazionale. Premettendo che ognuno è libero di pensare e manifestare per qualunque causa si ritenga giusta, occorre avere sott’occhio due cenni storici dell’origine della terra contesa sin dalla notte dei tempi. Una interessante spiegazione sulla città di Gaza della Prof.ssa Daniela Santus, docente del dipartimento di letteratura e lingue straniere e Cultura Moderna, dell’Università di Torino, afferma che Gaza non nasce come città palestinese o islamica. Da un punto di vista storico sappiamo che il Faraone Thutmose III, alla guida delle sue truppe, nel 1457 a.C., proprio a Gaza, sceglie di celebrare il ventitreesimo anniversario della sua ascesa al trono. L’islam nascerà quasi 2100 anni dopo che Gaza aveva ospitato i festeggi
Commenti
Posta un commento