“Si è persa un’altra occasione buona …”diceva più o meno così, l’inizio di una canzone di Vasco Rossi, molti anni fa. Aggiungerei volentieri “per stare zitti”. Per essere intelligenti.
Si è spezzata la vita di un uomo. Si è interrotto l’amore di una donna che lo ha sposato poco più di un mese prima della morte. Ed il moralismo dei poco intelligenti, è riuscito a capovolgere l’importanza degli attori di questo tragico fatto di cronaca. E’ venuto a mancare il silenzio. L’unico modo intelligente per dimostrare vicinanza al dolore della famiglia.
Nessuno ha perso occasione di stare in silenzio, da pseudo comici ad insegnanti, da politici più disparati a gente comune che non ha perso tempo nel commentare e strumentalizzare l’accaduto. Si è fatta confusione, ci si è divisi, come sempre, da italiani quali siamo. Pro e contro Salvini, pro e contro migranti. Nel contesto, un professorone universitario, interpellato in radio, ha affermato che la paura per il migrante, non deriva da un fattore di razza o di pelle diversa, o da fattori sociali, come l’occupare i posti di lavoro a noi italiani. Ma dal semplice fatto che i migranti sono biologicamente più forti di noi. Non ridete. Lo ha affermato davvero!
Si è perso il senso, ognuno, con smania di protagonismo, cerca l’originalità di opinione. Resta il fatto che un lavoratore è morto, perché il carabiniere, non dimentichiamo, era al lavoro. E nessuna organizzazione sindacale ha dato cenno di voler organizzare una fiaccolata in suo ricordo. Forse, un carabiniere è un lavoratore inferiore. Addirittura si condanna l’arma per la metodica utilizzata per interrogare i colpevoli. Una foto attesta le precarie condizioni dell’interrogato, forse ritenuto dai moralisti, anch’esso un lavoratore? Una benda agli occhi è sicuramente più disdicevole di un the freddo servito al tavolo dell’interrogatorio. E’ pur sempre un delitto estivo.
Ci si riesce sempre a sedere dalla parte sbagliata.
Il livello di strumentalizzazione politica della sinistra italiana ha raggiunto picchi verso il basso così talmente gravi da fare indurre a una riflessione sul livello di ignoranza giovanile, intesa come disinformazione storica, nei confronti della Politica internazionale. Premettendo che ognuno è libero di pensare e manifestare per qualunque causa si ritenga giusta, occorre avere sott’occhio due cenni storici dell’origine della terra contesa sin dalla notte dei tempi. Una interessante spiegazione sulla città di Gaza della Prof.ssa Daniela Santus, docente del dipartimento di letteratura e lingue straniere e Cultura Moderna, dell’Università di Torino, afferma che Gaza non nasce come città palestinese o islamica. Da un punto di vista storico sappiamo che il Faraone Thutmose III, alla guida delle sue truppe, nel 1457 a.C., proprio a Gaza, sceglie di celebrare il ventitreesimo anniversario della sua ascesa al trono. L’islam nascerà quasi 2100 anni dopo che Gaza aveva ospitato i festeggi
Commenti
Posta un commento