“Si è persa un’altra occasione buona …”diceva più o meno così, l’inizio di una canzone di Vasco Rossi, molti anni fa. Aggiungerei volentieri “per stare zitti”. Per essere intelligenti.
Si è spezzata la vita di un uomo. Si è interrotto l’amore di una donna che lo ha sposato poco più di un mese prima della morte. Ed il moralismo dei poco intelligenti, è riuscito a capovolgere l’importanza degli attori di questo tragico fatto di cronaca. E’ venuto a mancare il silenzio. L’unico modo intelligente per dimostrare vicinanza al dolore della famiglia.
Nessuno ha perso occasione di stare in silenzio, da pseudo comici ad insegnanti, da politici più disparati a gente comune che non ha perso tempo nel commentare e strumentalizzare l’accaduto. Si è fatta confusione, ci si è divisi, come sempre, da italiani quali siamo. Pro e contro Salvini, pro e contro migranti. Nel contesto, un professorone universitario, interpellato in radio, ha affermato che la paura per il migrante, non deriva da un fattore di razza o di pelle diversa, o da fattori sociali, come l’occupare i posti di lavoro a noi italiani. Ma dal semplice fatto che i migranti sono biologicamente più forti di noi. Non ridete. Lo ha affermato davvero!
Si è perso il senso, ognuno, con smania di protagonismo, cerca l’originalità di opinione. Resta il fatto che un lavoratore è morto, perché il carabiniere, non dimentichiamo, era al lavoro. E nessuna organizzazione sindacale ha dato cenno di voler organizzare una fiaccolata in suo ricordo. Forse, un carabiniere è un lavoratore inferiore. Addirittura si condanna l’arma per la metodica utilizzata per interrogare i colpevoli. Una foto attesta le precarie condizioni dell’interrogato, forse ritenuto dai moralisti, anch’esso un lavoratore? Una benda agli occhi è sicuramente più disdicevole di un the freddo servito al tavolo dell’interrogatorio. E’ pur sempre un delitto estivo.
Ci si riesce sempre a sedere dalla parte sbagliata.
PRIMA PARTE pubblicata qui il 03/11/2019 I mali della cultura. L’interesse e le lobby? Come ho scritto più o meno all’inizio di questo scritto, il maggior nemico della cultura è l’interesse. Come penso, di aver dimostrato fin qui, la controcultura, sottoforma di protesta, si è manifestata nel novecento, contro le più svariate forme di potere. Ma il potere è caratterizzato da una serie innumerevole di poteri, da cui dipendono le influenze in società delle lobby. Potere e Lobby Gay Il potere per salvaguardare lo status quo e conservarsi ha l’obbligo di mistificare la realtà, creare disordine, sradicare l’uomo dalla società, manipolare l’informazione, ma soprattutto limitare il pensiero dell’opinione pubblica attraverso un linguaggio fondato sul dualismo politico, morale ed estetico. Amico/nemico, destra/sinistra, bene/male, bello/brutto, buono/cattivo. Come se tutto potesse essere etichettato e messo in un catalogo, il quale in fin dei conti altro non è che il “pensiero unico”, la “
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