Da una parte ci felicitiamo per questa presa di posizione netta ed esplicita, dall'altra non possiamo che esprimere il senso di beffa che risuona attorno ad una dichiarazione formulata ormai quasi fuori tempo massimo.
Il movimento Fridays For Future in questi anni ha mobilitato le coscienze di un'intera generazione di giovani, e avrebbe potuto DAVVVERO CONCRETAMENTE incidere sulle politiche energetiche tedesche e mondiali, se fin da subito avesse chiarito che ogni centrale nucleare prematuramente spenta in ogni parte del mondo, rappresentava un danno alla lotta ai cambiamenti climatici e alla decarbonizzazione. E avesse mobilitato i giovani in tal senso.
Invece troppo poco è stato fatto. Bisogna dirlo chiaramente e senza mezzi termini, e vorremmo che venisse riconosciuto questo errore strategico da parte del movimento, di chi lo guida, e di tutta la sua base.
Certo, ci sono anche state dichiarazioni importanti, come quella di Fridays For Future Italia che in un documento uscito questa primavera sottolineava l'importanza di mantenere attive le centrali ove possibile (link nei commenti), ma era una presa di posizione che veniva in parte contraddetta poche settimane dopo dalle manifestazioni di piazza in cui si diceva invece NO al nucleare in Tassonomia Europea, là dove la Tassonomia era utile ANCHE per il prolungamento della vita delle centrali nucleari di tutta Europa.
Una contraddizione che abbiamo cercato spesso di far notare, come avevamo spesso fatto notare in tutti gli anni precedenti quanto fosse necessario che anche Greta Thunberg, e con lei tutti i movimenti FFF d'Europa, si esprimessero SUBITO e CHIARAMENTE, SENZA AMBIGUITA' sulla questione dell'energia nucleare, per lo meno, come minimo, per salvare la flotta di impianti esistenti, là dove era evidente che ogni chiusura comportava un aumento della dipendenza dai combustibili fossili.
Per quattro anni si è gridato a gran voce che bisognava far in FRETTA, che non c'era tempo, ma su questo particolare aspetto, così cruciale, ci si è lasciati dietro solo silenzi o dichiarazioni troppo isolate o ambigue.
Per quale motivo siamo dovuti arrivare all'11 ottobre 2022 per dover leggere una dichiarazione così netta? Mancano meno di tre mesi alla data nella quale dovrebbe avvenire il phase-out definitivo degli ultimi tre reattori tedeschi, ma questa scadenza era nota da anni! E a tutti erano note le conseguenze, a prescindere dal conflitto in Ucraina che ha solo il demerito di aver accelerato le cose e reso più evidente il problema.
E adesso? Nella migliore delle ipotesi, purtroppo, il phase-out verrà ritardato solo di qualche mese. E nel frattempo nessuno più pensa agli altri tre reattori che si sarebbero potuti salvare lo scorso 31 dicembre, e per i quali non si è visto nessuno mobilitarsi, se non le poche associazioni come la nostra e i partner della Nuclear Pride Coalition, che davanti ad ambasciate, consolati e altre realtà del mondo industriale ed economico tedesco, avevano cercato di lanciare più di qualche segnale al mondo politico e ambientalista. Altrettanta poca mobilitazione in occasione del tentato (e purtroppo fallito) salvataggio della centrale americana di Indian Point. Li avremmo voluti al nostro fianco, VI avremmo voluti al nostro fianco quando c'era per davvero il tempo per cambiare le cose.
Ora, purtroppo, rischiamo solo di piangere insieme al funerale del nucleare tedesco. La consolazione è un po' magra.
Forse, oltre alle lacrime, chiediamoci cos'altro possiamo fare SUBITO, INSIEME, per evitare tra qualche anno di doverci guardare in faccia di nuovo e chiederci cosa è andato storto e cosa si poteva fare per evitarlo.
L'abbiamo sempre detto, e lo ripetiamo: ragazzi di FFF, siamo dalla vostra parte. Dalla stessa parte. E' ora di dimostrarlo con le parole e con fatti. C'è una petizione, in Germania, e durerà ancora tre giorni. La firmate pure voi? Forse non è detta ancora l'ultima parola.
Janus
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