Passa ai contenuti principali

DON'T BE THERE




A costo di risultare ancor più impopolare di quanto già non lo sia, vi racconto una cosetta che mi è stata tramandata da alcuni maestri, molto più saggi ed esperti di me e che ho fatto mia, spiegandolo nell'accezione più semplice e ineccepibile che si possa dare, in modo da evitare anfibolie di sorta. Questa cosetta, questa lezione, dovrebbe essere impartita nelle scuole, dovrebbe diventare un modus vivendi e non esser parte isolata di un corso di difesa personale. Ve la faccio breve: bisogna evitare quelle situazioni che, di lì a breve, potrebbero ingenerare una rissa o, peggio ancora, evitare di subentrare in un ambiente dove sia in corso una rissa (don't be there - non essere là), magari pure mettendosi in mezzo, a meno che non si sia ben consapevoli dei rischi a cui si va incontro, compiere una valutazione, se valga o meno la pena rischiare (nel caso della difesa personale si compie una valutazione in base al rischio della propria vita o quella di un proprio caro) e, dopo le dovute valutazioni, decidere di conseguenza se andarsene o mettersi in mezzo, sempre, ripeto, ponendo sul piatto della bilancia i rischi e i benefici. Leggo post su quanto sia brava Alessia Piperno, la ragazza arrestata in Iran. Può essere brava, bella e intelligente quanto vogliamo ma, una che vuol partecipare a un atto dimostrativo in Iran che, per quanto eroico, bello ed esemplare agli occhi dell'occidente, rappresenta un atto di ostilità e di belligeranza in quel Paese, non fa una cosa molto intelligente. Vi piaccia o no, l'Iran non è un Paese democratico, non con quell'accezione di democrazia decantata dall'occidente e, manifestare contro un ordine costituito, vuol dire unicamente ribellarsi a quell'ordine, anche se è la stessa massa che si ribella. A quel punto, solo a quel punto, puoi decidere se far parte delle donne che si ribellano e che muoiono in nome di un capello fuori posto o se restare in disparte, andartene. Che non vuol dire non prendere una posizione, vuol dire prendere coscienza della situazione. Perché, se poi ti arrestano, non puoi dire: "Non immaginavo che andasse a finire così". Se ti butti nella fossa dei leoni, non puoi sperare di uscirne indenne. Il problema è che voi siete stati buttati in mezzo ai lupi. E ne siete usciti leoni da tastiera.(Janus)

Commenti

Post popolari in questo blog

ISRAELE, PALESTINA E I GIOVANI D'OGGI

  Il livello di strumentalizzazione politica della sinistra italiana ha raggiunto picchi verso il basso così talmente gravi da fare indurre a una riflessione sul livello di ignoranza giovanile, intesa come disinformazione storica, nei confronti della Politica internazionale.  Premettendo che ognuno è libero di pensare e manifestare per qualunque causa si ritenga giusta, occorre avere sott’occhio due cenni storici dell’origine della terra contesa sin dalla notte dei tempi. Una interessante spiegazione sulla città di Gaza della Prof.ssa Daniela Santus, docente del dipartimento di letteratura e lingue straniere e Cultura Moderna, dell’Università di Torino, afferma che Gaza non nasce come città palestinese o islamica. Da un punto di vista storico sappiamo che il Faraone Thutmose III, alla guida delle sue truppe, nel 1457 a.C., proprio a Gaza, sceglie di celebrare il ventitreesimo anniversario della sua ascesa al trono. L’islam nascerà quasi 2100 anni dopo che Gaza aveva ospitato i festeggi

VATICANO E ONG. UNA PARABOLA RISCHIOSA

  Il rapporto privilegiato che la Chiesa, a partire da Papa Bergoglio, ha creato in questi anni con Mediterranea, la ong dell’ex antagonista veneziano Luca Casarini pare sia raccontato attraverso le intercettazioni compiute dalla Guardia di finanza per conto della Procura di Ragusa, nell’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a carico di Mediterranea.  Qualche anno fa abbiamo pubblicato un libro dal titolo Club San Gallo (Fides Edizioni – Gruppo Les Flaneurs) in cui si immaginava un intreccio tra politiche migratorie e Vaticano. Di seguito si possono leggere degli stralci che riportano quasi alla realtà …”Il mondo ha bisogno di un indirizzo e noi abbiamo il dovere di fornirglielo». Dannieels, ancora estremamente lucido, sembra non temere gli attacchi del suo ospite e decide di proseguire la spiegazione: «Il suo amico Massimo aveva il privilegio di custodire molti dei nostri progetti, ma non era a conoscenza del piano più rivoluzionario del Club San Gallo. Purtroppo

DENATALITA' UN PROBELAM SUBDOLO PER LA SOCIETA'

  I baresi non fanno più figli. Pare che più della metà dei baresi non ha figli e per buona parte di essi non è un progetto di vita. Un terzo di chi è padre o madre ha solo un figlio e solo una minima percentuale dei casi ne ha più di tre. Bari, con Verona, è la città d’Italia con la media più bassa di figli pari a 1,9 per famiglia. Secondo lo studio di Ipsos, il 34% dei baresi rimanda l’essere genitore a causa del lavoro tanto che nel 21% dei casi la mancanza di un lavoro stabile è la causa principale del non avere figli. L’introduzione di incentivi al lavoro femminile, il rafforzamento delle politiche di sostegno alle famiglie per le spese educative, scolastiche e per le attività sportive e culturali, e la riforma dei congedi parentali con l’introduzione di congedi di paternità, sono alcune delle misure che i baresi indicano per contrastare la denatalità. Secondo il report, per quasi la metà dei cittadini di Bari un ruolo chiave è giocato dalle imprese che possono favorire la natalit