A : Non ce la facccio più a non fare outing e, quindi, lo faccio. Sono sempre stato - e chi mi conosce potrebbe confermarlo - fermamente contrario alla dietrologia, al complottismo, alla negazione di fatti che sembrano incontrovertibili, ma quello che sta avvenendo negli ultimi tempi - direi anni - sta facendo vacillare paurosamente questa mia "originaria" impostazione culturale. Quando sento uno come Mario Draghi - l'adulato presidente del consiglio del governo italiano in veste di presidente del G20 - dire: "stiamo costruendo un mondo migliore" e "dovremo affrontare tante altre pandemie in futuro" allora, francamente, le mie perplessità, i miei dubbi, le cose che davo per acquisite subiscono una botta difficilmente assorbibile. Sulla china che stanno prendendo le vicende di casa nostra, e non solo, mi piacerebbe che si aprisse, per davvero, un dibattito scevro da posizioni precostituite che, per molti (troppi) si sono "incancenite" fino a diventare dogmi degni di una setta.
B : È, secondo me, aperta una fase nuova della politica globale. Siamo in piena quarta rivoluzione industriale. Dove i campi più interessati sono le scienze biotecnologiche, l'economia green ed ovviamente la tecnologia. Non è da sottovalutare il pensiero espresso da Zuckerberg sul metaverso.
È però da considerare in chiave politica, che il cambiamento parte da lontano. Da quando si è cominciato ad avere un abuso del termine liberale, pienamente metabolizzato a sinistra e trasformato in termine Liberal...accezione globalizzata. Oggi il risultato è un connubio pericoloso tra socialismo reale e capitalismo. A discapito delle tesi liberali.
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