DIVERSITA'
A pensarci, Socrate subisce condanna come qualsiasi altro pensatore che ha cercato di cambiare le sorti, contro i pregiudizi della società. Come Ipazia, come Giordano Bruno, ma con modalità diverse, è stato condannato a morte per aver apportato dei pensieri nuovi. Per essere stato visionario. Socrate è il primo che pensa ad un dio monoteista, lo Spirito, l'anima...prima ancora degli ebrei, i primi monoteisti che la storia ci da per fonti certe. E lo fa nel momento in cui la sua società credeva in una moltitudine di Dei. Ipazia è la prima donna ad interessarsi di filosofia e nello specifico alla matematica, in una società che ripudiava il pensiero alle donne. Giordano Bruno è il primo a parlare di concerti di libertà, intesa anche come liberazione dalla spiritualità, in una società dominata da un unico Dio, ed impersonificato dallo strapotere del Papa attraverso le inquisizioni. Come vedi la paura nella diversità è insita in noi uomini sin dalla antica Grecia. È l'uniformità di una massa che si deve ritenere una forzatura innaturale per gli uomini.
IDIOTA
"La parola "idiota" ha due significati: il vero significato, che le fu dato dagli antichi saggi, era "essere sè stessi". Un uomo che è sè stesso sembra e si comporta come un folle per coloro che vivono nel mondo delle illusioni, così quando essi chiamano idiota un uomo intendono dire che non condivide le loro illusioni. Chiunque decida di lavorare su sè stesso è un idiota in entrambi i significati. Il saggio sa che sta cercando la realtà. Lo stupido pensa che sia impazzito. Noi qui presumiamo di cercare la realtà, quindi dovremmo tutti essere idioti: ma nessuno può rendervi un idiota. Dovete sceglierlo voi stessi."
(John G. Bennet, Elizabeth Bennet - Idioti a Parigi)
"Più facciamo progressi 'interiori' più diminuisce il numero di coloro con cui possiamo realmente comunicare."
(Emil Cioran)
Oggi è difficile essere se stessi, perché è difficile comunicare agli altri. Menomale che la nostra salvezza è l'espressione. Ci esprimiamo con la scrittura, e poi sfociamo chi nell'arte chi nella musica. Noi siamo idioti, per gli altri possiamo essere, se non folli, quanto meno particolari. Per noi siamo noi stessi.
Il 2 giugno 1946, nacque una repubblica di uno Stato, che non aveva convinzione. Quella convinzione è giunta sino ad oggi, manifestandosi nel malaffare, nella giustizia politicizzata. Oggi si fa presto a dire Repubblica. E si fa presto anche a dire democrazia e poi libertà, popolo e Costituzione., Tutti questi termini appaiono scontati alle nuove generazioni. Abitudini quotidiane il cui vero significato è, di fatto, sconosciuto. A essi ci si è fatta l’abitudine. Così come si fa l’abitudine al lavoro della Magistratura di una Repubblica di uno Stato debole come il nostro. Duecentosettantaquattro anni, è la somma di tutte le pene commisurate ai responsabili del disastro ambientale creato a Taranto, con l’Ilva. Imprenditori, dirigenti ed amministratori locali, tutti coinvolti. Così, ci si divide, come sempre, sulla colpevolezza o la presunta innocenza dei condannati. Ma se analizziamo le misure singole, la più alta condanna è di ventidue anni. Tre in meno della pena contrattata da Giov
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