Si rotola su di un piano inclinato, dove non si vede mai quando termina, in modo da poter crollare a terra. Almeno così ci possiamo rialzare. Dalle promesse del governo, che subito, nelle prime parole del premier ha parlato di ristori alle imprese colpite, ha rassicurato sul Natale e sulla possibilità della quasi normalità, si capisce l'affanno di questa gente che non ha programmi su una possibile via di uscita. Oltre a provvedimenti assurdi, non hanno altro. Dopo che in piena emergenza, hanno badato alla diffusione di monopattini, banchi a rotelle, bonus vacanze e viaggi. Oggi richiudono scaricando la colpa sulla massa che nemmeno loro riescono a gestire.
Non è la sanità pubblica che necessita investimenti, perché i numeri li sbagliano, non sono quelli. Piuttosto c'era bisogno di prudenza, proprio come le piccole imprese, che tentano di restare in equilibrio.
È da rendersi conto che fare cadere un governo in questa situazione è drammatico, ma bisogna decidere presto, se salvare l'economia a discapito della salute. Allora muoiono le persone. Oppure salvaguardare la salute a discapito dell'economia. Allora falliamo. Ma facciamolo presto.
L’Unione Europea, a partire dalla crisi economica globale del 2008 ha sempre fatto il possibile per farsi detestare, in Italia e in moltissime altre nazioni del continente. Occorre dire che la gestione di diverse rispettive classi dirigenti nazionali, fra incolmabili debiti pubblici e una crescita economica pari a zero, ha permesso all’Ue di manifestarsi più come una matrigna che mal sopporta i propri figliastri che come una mamma, magari severa quando serve, ma giusta nei confronti di tutti i suoi figli. Non a caso, sono poi cresciuti partiti e movimenti euroscettici in più Paesi europei, la Brexit è divenuta realtà e tutt’oggi alcuni governi nazionali, come quello ungherese e quello polacco, sono spesso in contrasto con le Istituzioni comunitarie. Del resto, Bruxelles, si direbbe, andrebbe ringraziata, con tanto di servile inchino, per i soldi del Pnrr. Intanto, è bene ricordare come il denaro del Recovery Fund non rappresenta affatto un regalo compassionevole, essendo composto, in
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