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MAMELI, SILVESTRE E L'IMMANCABILE POLITICAMENTE CORRETTO




“Non ci poteva star meglio un italiano”...”Addirittura far cantare un migrante”…”Ecco il politically correct dei comunisti”…Sono alcuni dei commenti che hanno colpito Sergio Silvestre, reo di aver cantato l’inno e di averlo pure sbagliato. Molti accusatori non sanno nemmeno la storia del nostro inno. Non sanno nemmeno che Goffredo Mameli è morto in guerra a 21 anni, nel tentativo di difendere Roma dai francesi. Il politicamente corretto è mettere, in questo momento particolare, un cantante Afro-americano a cantare il nostro inno. Il cantante giusto nel posto giusto, al momento giusto . Che tempismo. Sergio Silvestre ha una voce splendida ed errare è umano. L'errore più grossolano, non commesso da lui, ma da chi glielo ha detto di fare, è il pugno sinistro alzato, che richiama il gesto di Jessie Owens (negro) alle Olimpiadi di Berlino del 1936 alla sua premiazione davanti ad Hitler. Il voler rimarcare in Italia una questione di cui non ci interessa, è stucchevole. Certo ci si può indignare per quello che accade in Usa, ma noi abbiamo altri problemi prioritari rispetto a questo. Del resto noi siamo un paese che accoglie, spesso anche senza il nostro volere, tanto mica votiamo gli esecutivi. L'accusa al comunismo dei beceri di destra non c'entra. È condannabile invece la ricerca spasmodica, a sinistra, del pensiero comune, del politicamente corretto. A lungo andare, Stanca, che palle!


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