Sarà stata la scorpacciata lunatica in tv, ma ho sognato di appiedare sul suolo lunare, un posto spettrale, non tanto illuminato, ma fresco, seppur senza vento.
Non ci passava nessuno da quelle parti, nemmeno una zanzara ad infastidire. D’un tratto, in lontananza mi appaiono due sagome bianche, mi salutano, si avvicinano a piccoli passi, grandi secondo l’umanità, o addirittura l’universo culturale. Mi sono ormai davanti. Si tolgono i rispettivi caschi spaziali e li riconosco. Sono Luciano Armstrong e Andrea Aldrin. Il primo barbuto, il secondo occhialuto. Entrambi con poca vista. Mi dicono che sono venuti fin qui, prima di incontrare tutti gli altri, da Socrate a Dante e via discorrendo, a restituire dignità alla Luna. De Crescenzo e Camilleri ritengono che dall’allunnaggio in poi ci sia stato, sulla Terra, il primato della tecnica a danno della letteratura. La scienza ha soppiantato la filosofia. La luna dei poeti di tutto il mondo è divenuta diatriba, tra russi ed americani, per il dominio planetario, nell’atto di forza dimostrativo di raggiungerla per primi. Effettuato dagli Usa. Il paese da cui è partita la globalizzazione che ha appiattito tutto, in ogni ambito, mediante la diffusione del pensiero unico. Non a caso, con la loro morte, quasi contemporanea, un filosofo ed un letterato, hanno preso in carico la responsabilità di restituirci la Luna che per lungo tempo è stata ispirazione di poeti, musicisti ed innamorati. Heidegger sentenziò il dominio della tecnica sull’uomo, denunciando che la conquista della luna generò la perdita della Terra. I due qui davanti, stanno mettendo le cose in ordine. Stanno riportando la luna nel sogno, il mio, come in quello di tutti gli uomini della Terra. Con la meridionalità che li ha sempre distinti dai comuni letterati.
Perché paragono De Crescenzo ad Armstrong e Camilleri ad Aldrin. Beh, i due astronauti erano diversi, si dice non si sopportassero nemmeno. I due scrittori erano indubbiamente diversi. Uno dichiaratamente di sinistra ed antifascista. Sposato con la stessa donna, ha conosciuto il successo sulla settantina avanzata. Ha giocato con la scrittura grazie alla sua sicilianità. L’altro mai schierato ne con il centro destra e ne con il centro sinistra. Lui apparteneva al centro storico della sua Napoli. Lui ha compiuto il percorso opposto rispetto all’intera umanità. E’ passato dalla tecnica dell’azienda IBM alla filosofia raccontata nei suoi libri, fino all’antica Grecia, come fossero fatterelli da raccontare agli amici. I suoi lettori. Lui ha raccontato l’amore perché ha vissuto l’Amore per le donne e per i filosofi. Infatti non saprei dire chi abbia amato di più in vita, se Isabella Rossellini, oppure Socrate.
Mi si sbiadisce tutto mentre li vedo allontanare con un arancino ed un trancio di pizza da addentare. Mi sveglio. Che strano…De Crescenzo, Camilleri e la Luna.
I salutisti dell’Unione europea tornano alla carica con un’altra battaglia: quella contro il vino. A fare da apripista è stata l’Irlanda, che potrà dunque applicare sugli alcolici un’etichetta con scritto “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” oppure “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”. O più direttamente "il vino provoca il cancro". Secondo i dati di Alcohol Action Ireland, il consumo di alcol puro pro capite tra chi ha più di 15 anni è stato di 10,07 litri nel 2020, che corrisponde a poco meno di 40 bottiglie di vodka, 113 bottiglie di vino o 436 pinte di birra e supera del 40% il livello di consumo indicato dalle linee guida dell’agenzia governativa Health Service Executive (HSE). Quindi l'Irlanda, attraverso il silenzio assenso della Commissione Europea, con questo provvedimento, crede sul serio di combattere l'abuso di alcol? Perché i dati sopra elencati chiariscono e permettono di affermare che siamo in presenza di un eccesso di uti
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