Che cos’è il contemporaneo?
È colui che non coincide con il suo tempo. È l’inattuale di oggi.
Nietzsche lo definisce l’intempestivo, di fatto è colui che risente di una sfasatura col suo tempo. Il contemporaneo è colui che non coincide perfettamente con il suo tempo, ed attraverso questo scarto, egli è capace di percepire più degli altri il presente.
Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo sul suo tempo, per percepire non la luce, ma il buio. Colui abile a neutralizzare le luci provenienti dalla sua epoca per scoprire la sua tenebra.
Essere contemporanei è una dote molto rara, per esserlo davvero serve coraggio. Il vero contemporaneo percepisce tutte le vertebre spezzate dell’oggi. Tenerle insieme è il suo fine.
Essere contemporanei vuol dire arrivare puntuali ad un appuntamento che si può solo mancare. L’appuntamento non ha luogo in un tempo cronologico.
Un esempio di esperienza di contemporaneità è dato dalla moda. Essa rappresenta un elemento di discontinuità nel tempo, che lo divide secondo il suo essere ed il suo non essere più alla moda. L’ora della moda è forse il momento in cui lo stilista percepisce il tratto. Il tempo della moda è sempre in anticipo su se stesso, e al tempo stesso in ritardo. E’ una soglia inafferrabile tra il non ancora ed il non più. L’adesso della moda è inafferrabile.
La contemporaneità è strettamente connessa col passato, questa speciale relazione fa si che il presente viene considerato già arcaico.
Quindi il contemporaneo mette in relazione i tempi ed è capace di leggerne in modo inedito la sua storia. Come se quel buio proiettasse la sua ombra nel passato. Ed è nostra capacità di dare ascolto a quella ombra, per essere contemporanei, non solo nel nostro secolo, ma in relazione alle figure dei testi del passato.
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I salutisti dell’Unione europea tornano alla carica con un’altra battaglia: quella contro il vino. A fare da apripista è stata l’Irlanda, che potrà dunque applicare sugli alcolici un’etichetta con scritto “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” oppure “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”. O più direttamente "il vino provoca il cancro". Secondo i dati di Alcohol Action Ireland, il consumo di alcol puro pro capite tra chi ha più di 15 anni è stato di 10,07 litri nel 2020, che corrisponde a poco meno di 40 bottiglie di vodka, 113 bottiglie di vino o 436 pinte di birra e supera del 40% il livello di consumo indicato dalle linee guida dell’agenzia governativa Health Service Executive (HSE). Quindi l'Irlanda, attraverso il silenzio assenso della Commissione Europea, con questo provvedimento, crede sul serio di combattere l'abuso di alcol? Perché i dati sopra elencati chiariscono e permettono di affermare che siamo in presenza di un eccesso di uti
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