C’è una strana frenesia in noi tutti nel dare il benvenuto al nuovo anno, una sorta di riscatto per l’anno appena passato, che sia stato bello, faticoso o gioioso ci si rivolge sempre al nuovo anno con una speranza nel cuore.
Ogni nuovo anno arriva con il peso degli anni passati, sa già che deve provare a non deludere, deve essere migliore, deve elargire di più, deve sostenere meglio e arriva allo scoccare della mezzanotte già con una forte ansia da prestazione.
Proviamo a metterci nei panni di questo 2019, preoccupati intendo, nel dover per forza fare di meglio.
Allora per quest’anno ho scelto di sollevare un po’ dalle responsabilità il 2019, nessuna grande aspettativa, nessuna preghiera, nessuna minaccia, voglio impegnarmi a fare la mia parte, perché si sa che siamo in tanti e qualcosa a questo nuovo anno scapperà di mano. E allora qualche popolo sarà destato di notte dalla terra che trema, qualche famiglia dovrà fare i conti con delle grosse perdite, qualcuno imparerà a sue spese a dover contare su sé stesso. Non possiamo colpevolizzarlo ancor prima di averlo visto all’opera, per quanto il suo obiettivo sarà fare del suo meglio e per quanto 365 giorni ci sembrano infiniti, il tempo passerà così in fretta e qualcosa sfuggirà allo sguardo vigile di questo 2019, d’altronde è giovane, ancora senza grosse esperienze.
Niente recriminazioni ma solo apprezzamento. Ogni giorno questo caro 2019 ci regalerà qualcosa per cui varrà la pena sorridere, soffermarci a scrivere un pensiero, fermare il momento con uno scatto, pensare a chi è lontano e abbracciare forte chi ci tende la mano.
Il segreto è restare sintonizzati sulle piccole cose, imparare a riconoscerle e ad apprezzarle, questa è l’unica via per arrivare alle cose più grandi, quelle che ci fanno esclamare: “finalmente!” e se queste grandi cose non arriveranno, avremo goduto di tante piccole cose. Credetemi non è affatto poca cosa.
I salutisti dell’Unione europea tornano alla carica con un’altra battaglia: quella contro il vino. A fare da apripista è stata l’Irlanda, che potrà dunque applicare sugli alcolici un’etichetta con scritto “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” oppure “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”. O più direttamente "il vino provoca il cancro". Secondo i dati di Alcohol Action Ireland, il consumo di alcol puro pro capite tra chi ha più di 15 anni è stato di 10,07 litri nel 2020, che corrisponde a poco meno di 40 bottiglie di vodka, 113 bottiglie di vino o 436 pinte di birra e supera del 40% il livello di consumo indicato dalle linee guida dell’agenzia governativa Health Service Executive (HSE). Quindi l'Irlanda, attraverso il silenzio assenso della Commissione Europea, con questo provvedimento, crede sul serio di combattere l'abuso di alcol? Perché i dati sopra elencati chiariscono e permettono di affermare che siamo in presenza di un eccesso di uti
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