In treno mi è capitato di avere accanto, durante un viaggio, un tipo tutto intento a lavorare col suo portatile. Concentrato nella scrittura, ho osservato che in realtà perdeva di concentrazione, vagando nel web alla spasmodica ricerca di qualcosa che mancava per portare a termine il suo lavoro.
Questo ha rafforzato la già salda idea che il web provoca problemi di concentrazione. Non si riesce a terminare di leggere un testo, che un link sposta la concentrazione ad un altro testo. Mentre si legge un libro o si parla con qualcuno, ecco che una mail, o una notifica distoglie l’attenzione. Nel mondo web il centro lo si può considerare ovunque, dunque da nessuna parte. Si corre il rischio che perdendo concentrazione si perda identità. Le comunità classiche, come le città, hanno posto al centro degli agglomerati, dei luoghi tipici ed individuabili. Il campanile di una chiesa, oppure una torre, attorno a cui naturalmente ci si incontra. Oggi però le persone tendono a disperdersi perché la velocità delle comunicazioni polverizza l’idea di centralità. Ma la centralità è fondamentale nel mondo reale. Solo che oggi facilmente si mescola il reale con il condivisibile. Quindi non si fa in tempo a scattare una foto che subito la si condivide su un social network. Ma siamo sicuri che a tutti potrebbe interessare la condivisione di una foto della gita fuori porta? Oppure il commento di uno sconosciuto che tale foto l’ha condivisa per merito di uno stesso partecipante alla famosa gita fuori porta?
Italo Calvino, già nella seconda metà degli anni ottanta, attribuiva alla mitologia una dispersione di concentrazione. Più in specifico definiva Mercurio portatore di sintonia, ossia partecipazione del mondo attorno a noi, e Vulcano rappresentante di focalità, ovvero concentrazione costruttiva. Con l’avvento del web si è sviluppato un contrasto nelle nostre coscienze tra la sintonia che si è radicata nel mondo del web e la focalità che persiste nelle nostre menti e che al tempo stesso temiamo di perdere. Ecco come la maggior parte di noi è presente in rete, ma al contempo diffida della rete, poiché esiste una parte sintonica che ci mette al centro di tanti universi, ed una parte focale che ci induce ad allontanarci dalla velocità del web.
Calvino racconta che sintonia e focalità sono due estremi che lo hanno trasformato in uno scrittore. Gli hanno aumentato la cratività. Oscillando tra di essi e trovando il giusto equilibrio, si diventa artisti e scrittori. Ed anche un po’ più felici…
Il livello di strumentalizzazione politica della sinistra italiana ha raggiunto picchi verso il basso così talmente gravi da fare indurre a una riflessione sul livello di ignoranza giovanile, intesa come disinformazione storica, nei confronti della Politica internazionale. Premettendo che ognuno è libero di pensare e manifestare per qualunque causa si ritenga giusta, occorre avere sott’occhio due cenni storici dell’origine della terra contesa sin dalla notte dei tempi. Una interessante spiegazione sulla città di Gaza della Prof.ssa Daniela Santus, docente del dipartimento di letteratura e lingue straniere e Cultura Moderna, dell’Università di Torino, afferma che Gaza non nasce come città palestinese o islamica. Da un punto di vista storico sappiamo che il Faraone Thutmose III, alla guida delle sue truppe, nel 1457 a.C., proprio a Gaza, sceglie di celebrare il ventitreesimo anniversario della sua ascesa al trono. L’islam nascerà quasi 2100 anni dopo che Gaza aveva ospitato i festeggi
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