Con Machiavelli l'indagine politica si stacca dal pensiero speculativo, etico e religioso, assumendo come canone metodologico la specificità del proprio oggetto, il quale dev'essere studiato autonomamente, senza essere condizionato da principi validi in altri campi.
Per la posizione machiavelliana, incentrata sul principio della scissione tra "essere" e "dover essere", sono importanti:
il realismo politico: basato sul principio che bisogna stare alla verità effettuale della cosa, senza perdersi nel ricercare come la cosa "dovrebbe" essere; Machiavelli giunge a dire che il sovrano può trovarsi in condizione di dover applicare metodi estremamente crudeli e disumani; ma quando a mali estremi sono necessari rimedi estremi, egli deve adottare tali rimedi estremi ed evitare la via di mezzo, che è la via del compromesso che non serve a nulla, anzi è sempre e solo di estremo danno.
La virtù del principe: le doti del principe sono chiamate da Machiavelli "virtù", egli usa questo termine riprendendo l'antica accezione greca di aretè, di virtù come abilità naturalistica.
Il rapporto tra "virtù" (libertà) e "fortuna": la "virtù" è in generale per Machiavelli "abilità naturale", e la "virtù" politica del principe è un complesso di forza, astuzia e capacità di dominare la situazione: questa virtù sa contrapporsi alla fortuna, anche se, nel migliore dei casi, per metà le cose umane dipendono pur sempre dalla sorte.
Il ritorno ai princìpi della repubblica romana, fondata sulla libertà e sui buoni costumi: è questo l'ideale politico di Machiavelli mentre il principe da lui descritto è solo una necessità del momento storico
“La luce ha vinto e tutti i progressi del male del Mondo mai potranno cambiare il corso delle cose. Il solstizio d’inverno, il sole di natale, la luce invitta, aprono una speranza per gli uomini affranti da paura, timori e futuro incerto”. Sono parole di riflessione di Joseph Ratzinger espresse agli inizi degli anni sessanta, all’epoca poco più che trentenne. Per molti sono parole profetiche, in realtà si possono ritenere “da copione” per il finale di un film sulla pandemia attuale. Ammesso che si possa intravedere un finale alla situazione. Arriva il nuovo Messia, nei giorni in cui ricorre la nascita dell’ultimo messia mostratosi sulla terra, ma questa volta appare a noi, non più come uomo, ma in forma liquida. Esattamente come la società attuale, intesa da Zygmunt Bauman. Il progetto è lo stesso, duemila anni fa si diffondeva la parola di Cristo. Oggi si diffonde il vaccino della Pfizer, santificato dai media come soluzione salvifica, potrebbe però rivelarsi soluzione fisiologi
Commenti
Posta un commento