Se mi fosse possibile tornare indietro nel tempo, mi piacerebbe vivere a cavallo del periodo tra fine Ottocento e inizio Novecento. Rivivere l'intensità, la passione ed il fervore delle Idee. Avere quel pizzico di follia intrinseco di quei giovani che si riunivano negli scantinati, ubriacandosi di vino e dalla loro sbronza traevano le conclusioni e le modalità per poter provare a cambiare il Mondo.
Vero anche che dai pensieri dei giovani più colti è scaturita l'epoca dei totalitarismi, ma almeno avrei creduto in qualcosa.
I giovani odierni hanno il residuo di quelle idee. Quello che gli è pervenuto ad oggi si riassume nella diatriba tra fasci e sfasci.
Non esistono più le ideologie, ma le dietrologie esistono eccome. Non ci sono invece oggi i giovani con le idee.
Non esistono uomini nuovi
L’Unione Europea, a partire dalla crisi economica globale del 2008 ha sempre fatto il possibile per farsi detestare, in Italia e in moltissime altre nazioni del continente. Occorre dire che la gestione di diverse rispettive classi dirigenti nazionali, fra incolmabili debiti pubblici e una crescita economica pari a zero, ha permesso all’Ue di manifestarsi più come una matrigna che mal sopporta i propri figliastri che come una mamma, magari severa quando serve, ma giusta nei confronti di tutti i suoi figli. Non a caso, sono poi cresciuti partiti e movimenti euroscettici in più Paesi europei, la Brexit è divenuta realtà e tutt’oggi alcuni governi nazionali, come quello ungherese e quello polacco, sono spesso in contrasto con le Istituzioni comunitarie. Del resto, Bruxelles, si direbbe, andrebbe ringraziata, con tanto di servile inchino, per i soldi del Pnrr. Intanto, è bene ricordare come il denaro del Recovery Fund non rappresenta affatto un regalo compassionevole, essendo composto, in
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