Se mi fosse possibile tornare indietro nel tempo, mi piacerebbe vivere a cavallo del periodo tra fine Ottocento e inizio Novecento. Rivivere l'intensità, la passione ed il fervore delle Idee. Avere quel pizzico di follia intrinseco di quei giovani che si riunivano negli scantinati, ubriacandosi di vino e dalla loro sbronza traevano le conclusioni e le modalità per poter provare a cambiare il Mondo.
Vero anche che dai pensieri dei giovani più colti è scaturita l'epoca dei totalitarismi, ma almeno avrei creduto in qualcosa.
I giovani odierni hanno il residuo di quelle idee. Quello che gli è pervenuto ad oggi si riassume nella diatriba tra fasci e sfasci.
Non esistono più le ideologie, ma le dietrologie esistono eccome. Non ci sono invece oggi i giovani con le idee.
Non esistono uomini nuovi
Il livello di strumentalizzazione politica della sinistra italiana ha raggiunto picchi verso il basso così talmente gravi da fare indurre a una riflessione sul livello di ignoranza giovanile, intesa come disinformazione storica, nei confronti della Politica internazionale. Premettendo che ognuno è libero di pensare e manifestare per qualunque causa si ritenga giusta, occorre avere sott’occhio due cenni storici dell’origine della terra contesa sin dalla notte dei tempi. Una interessante spiegazione sulla città di Gaza della Prof.ssa Daniela Santus, docente del dipartimento di letteratura e lingue straniere e Cultura Moderna, dell’Università di Torino, afferma che Gaza non nasce come città palestinese o islamica. Da un punto di vista storico sappiamo che il Faraone Thutmose III, alla guida delle sue truppe, nel 1457 a.C., proprio a Gaza, sceglie di celebrare il ventitreesimo anniversario della sua ascesa al trono. L’islam nascerà quasi 2100 anni dopo che Gaza aveva ospitato i festeggi
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